Rieccomi qui, dopo una pausa di riflessione durata circa tre mesi. Perchè si sa, ogni storia d’amore che si rispetti vive momenti altalenanti, alti e bassi, che la rendono, una volta superata la crisi, più forte di prima. Anche io ed il mio piccolo e modestissimo blog abbiamo vissuto momenti di crisi, ma poi, alla fine, abbiamo capito che non è ancora giunto il momento di separarci. Quindi eccomi qui, dicevo, dopo tre mesi, un importante viaggio alla spalle e una laurea in lingue che spero mi aiuterà ancora di più a sentirmi non solo cittadina italiana, o europea, in un momento così complesso, ma anche del mondo. Oggi voglio raccontarvi brevemente di un’iniziativa che ho scoperto quasi per caso: più avanti avrò modo di raccontarvi dell’importante viaggio, fisico e mentale, fatto ad Aprile.
Quella che mi accingo a raccontare è una breve storia che ha per protagonisti gli abitanti di un piccolissimo paesino di montagna, Roccapelago (Modena): una località degna di una fiaba che potrebbe cominciare con C’era una volta…
C’era una volta un piccolo paesino arrampicato su una montagna, uno di quei villaggi dove il tempo sembra non essere passato: case in pietra, strade ciottolate e anziani affacciati alla terraza del bar intenti a rccontare vecchie storie. Qui, come in un quadro, il tempo passava scandito dal suono delle campane, rintocchi lenti e decisi, provenienti dal campanile situato nel punto più alto del paese. Qui, dove nulla sembrava mai cambiare, dove tutti si conoscevano, un giorno, gli abitanti si riunirono per dare voce a qualcuno: un poeta, ma non uno qualsiasi. I cittadini di Roccapelago diedero vita, grazie alla loro voce, a Dante Alighieri. Si riunirono in decine per dare le proprie corde vocali in servizio del grande poeta: giovani, professori, anziani, gente del posto, ma anche da lontano. Tutti, ma proprio tutti, volevano rendere omaggio a Dante Alighieri. E allora anche i centenari (che non erano pochi, perchè noti sono i benefici dell’aria di montagna sulla salute degli anziani), accorsero con i loro vecchi libri rispolverati per l’occasione, e mentre un professore, improvvisatosi attore, impersonava lo sventurato conte Ugolino, una signora, che aveva veduto sorgere più di cento albe gridava “Oh, come sono felice, che giornata meravigliosa…”. E mentre Ugolino divorava in racconto i suoi figli, la gente ascoltava senza poter distogliere lo sguardo da quell’insegnante che, per un giorno, per tutti i presenti non era stato affatto un insegnante, bensì Sordello, Ugolino, Virgilio e Dante stesso. La magia dei versi del poeta aveva fatto scendere su tutto il paese un meraviglioso anto d’illusione…
Ringrazio i cittadini di Roccapelago (MO), per l’iniziativa “Diverse voci fanno dolci note”. Che l’amore per la letteratura e la sua magia accompagni sempre tutti voi…